ANNAMARIA CIABATTA

 

 

 

PROGETTO DELLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DI SIRACUSA NELL’AREA DELL’EX CASERMA ABELA

AUTORE: ANNAMARIA CIABATTA _TESI DI LAUREA IN PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA E URBANA
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CATANIA - FACOLTA’ DI ARCHITETTURA CON SEDE IN SIRACUSA
RELATORE: PROF. ARCH. FABIO GHERSI - CORRELATRICE: PROF.SSA ARCH. FRANCESCA CASTAGNETO

Questa tesi dal titolo " Progetto della facoltà di Architettura di Siracusa nell'area dell'ex Caserma Abela" affronta il tema della definizione architettonica degli spazi destinati alla Facoltà di Architettura della città, nell'ambito della risistemazione a scala urbana della punta meridionale dell'isola di Ortigia, a ridosso del federiciano Castello Maniace.
Il progetto interviene sulla questione del riuso dell’ex Caserrma Abela come sede universitaria, integrando all’edificio preesistente le funzioni necessarie alla destinazione d’uso, assenti allo stato attuale.
La costruzione della Caserma Abela, avvenuta intorno al 1735 ad opera del Genio Militare, ha sostituito la parte meridionale di questo tessuto, probabilmente danneggiato dal terremoto del 1693. Il nuovo volume, fuoriscala rispetto al contesto, si è posto quindi come un elemento di rottura della maglia urbana, carattere accentuato dall’isolamento creato dal grande vuoto urbano della piazza d’armi antistante a sud, in parte occupata intorno agli anni ‘40 da fabbricati destinati all’uso militare, ormai in disuso e fatiscenti. La dismissione definitiva dell’immobile è avvenuta nel 2003, con la consegna dal Ministero della Difesa al Demanio Militare, a cui ha fatto seguito la conversione a sede della Facoltà di Architettura della città, precedentemente dislocata in diversi edifici ortigiani.

L’area di progetto si apre a sud del piazzale, ribadendo la scelta dalla Soprintendenza di demolire gli edifici preesistenti nell’ex piazza d’armi. Il fabbricato ad ovest della Caserma Abela, destinato in origine agli alloggi degli ufficiali e al cui interno si eleva un albero secolare, viene invece mantenuto e destinato alla foresteria docenti. Anche l’area interessata dagli scavi archeologici viene integrata nel progetto dello spazio pubblico esterno. Per quanto riguarda il tessuto immediatamente a nord della Caserma, composto da edifici di edilizia economica e popolare, si accoglie invece l’indicazione di demolizione fornita dal P.P.O. del prof. Giuseppe Pagnano del 1987.

L’intervento in centro storico ha come presupposto la lettura della stratificazione storica che questa parte del tessuto urbano ha subito nei secoli, determinandone la attuale configurazione, caratterizzata dalla sovrapposizione di differenti tracciati secondo i quali si dispone una cortina edilizia continua e compatta.
In analogia alla situazione urbana del sito, il progetto propone un sistema di frammenti, ciascuno dei quali è in relazione con la direzione dominante di ognuna delle texture che si sovrappongono sull’area. Ogni oggetto mantiene una propria autonomia linguistica e funzionale nei confronti della Caserma Abela, ma si relaziona ad essa, concorrendo alla definizione di un nuovo equilibrio che rimette a sistema i singoli frammenti, mantenendo l’emergenza architettonica della preesistenza.
I volumi aggiunti rispondono all’esigenza di integrare all’edificio preesistente le funzioni necessarie alla destinazione d’uso a sede universitaria. I due volumi più a nord, separati dalla Caserma dalla strada carrabile che congiunge il lungomare di levante a quello di ponente, accolgono i dipartimenti e assumono la giacitura del tessuto urbano retrostante, costituendone l’elemento di testata. L’edificio in direzione nord-sud, si allinea al ponte di ingresso al Castello Maniace, divenendo l'asse di collegamento tra la Caserma e i nuovi volumi. Nella parte del volume a nord della Caserma Abela, dove è collocata l'aula consiliare, esso è un vero e proprio edificio ponte che collega la caserma ai dipartimenti, al di sotto del quale passa la strada carrabile; la parte centrale che attraversa la Caserma ospita invece la biblioteca, affacciata sulla corte interna del fabbricato preesistente, mentre la parte più meridionale dell'edificio accoglie la mensa e conduce all’auditorium.
Il volume dell’auditorium, attestato sul margine meridionale dell’area, emerge dal terreno come un piano inclinato erboso, inquadrando la vista sul Castello Maniace. Esso si interra parzialmente, fino a recuperare l’affaccio alla quota del terrapieno che ha coperto l’originale canale di acqua che scorreva sotto il ponte, riaperto nel progetto. Un ulteriore volume a pianta quadrata, che funge da ingresso all’auditorium e da servizio turistico per il Castello, si incastra al piano inclinato, orientandosi secondo la direzione del Castello. L’elemento emergente della torre scenica è individuato dall'allineamento al fronte della Caserma e rappresenta il fulcro delle rotazioni degli oggetti interni all’auditorium.
Il sistema di rotazioni che genera la composizione complessiva degli edifici, articolandone anche lo spazio esterno di pertinenza, trova il suo elemento di equilibrio nell’asse mediano est-ovest della Caserma, il quale si sdoppia all’interno della corte nei due ballatoi distributivi disposti in adiacenza alle due ali lunghe per garantire la fruibilità e la percorribilità degli spazi interni. I ballatoi si riconnettono nelle ali corte al sistema di distribuzione esistente, che diventa nel progetto l’elemento di separazione tra i blocchi servizi, affacciati sulla corte interna, e gli spazi della didattica, affacciati verso l’esterno.
 

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