TITOLO DEL
PROGETTO 1:
Limiti urbani e attraversamenti infrastrutturali - Urbanità
europea, città sostenibile e innovazione degli spazi
pubblici città di Catania
Progetto presentato in una selezione concorsuale
ORGANIZZATORE DEL CONCORSO: Europan Italia
GRUPPO DI PROGETTAZIONE:
arch. Angela Zagarella; arch. Francesca Pastore; arch.
Maurizio Pino; arch. Tiziana Vinciguerra; arch. Giulia
Vinciguerra;
L’area di progetto adiacente al quartiere di Librino, è
sospesa tra una condizione urbana sempre più prossima e
incalzante e una più rada condizione rurale. Le previsioni
di insediare l’ospedale San Marco e il nuovo polo
universitario innescherà una inevitabile trasformazione
mirata a decongestionare il centro cittadino e a
riqualificare le zone periferiche. Inoltre, il sistema
infrastrutturale previsto che collegherà la periferia,
l’aeroporto e il centro, incentiverà ulteriori espansioni
urbane. Rispetto a tali premesse, il progetto, pone come
questione centrale una riflessione e una risposta sul
margine di tale espansione. Il progetto nasce come
costruzione di un vuoto che ha l’obiettivo di ridefinire il
margine di un’area urbana sfrangiata e disomogenea. Soglia
tra la città compatta a Nord Est e il più rarefatto sistema
rurale, il vuoto, diventa all’interno del progetto una
piazza lineare, scavata nel terreno esistente. Vuoto che
diventa spazio pubblico d’eccellenza per la popolazione
stanziale di Librino e per quella temporanea che la presenza
del nuovo Ospedale san Marco, del futuro polo universitario
e del non lontano aeroporto internazionale, richiameranno.
Vuoto che si scava nel Suolo esistente. Il Suolo diventa,
nella sua porzione più a contatto con la strada (viale
Moncada), un grande interno che contiene, nella sua
estremità, più a Nord un cinema a tre sale, dei punti di
ristoro, un percorso espositivo che accompagna fino alla
stazione del tram che attraversa l’area, un parcheggio.
Tutto su quote diverse connesse da percorsi che si scavano
nella massa e che dalla quota della piazza (74,00 m) si
snodano fino a emergere a Nord. Suolo che ibrida la sua
identità tra naturale ed artificiale, lasciandosi fendere da
cavità frattali e tagli che permettono alla luce di piovere
da altezze imponenti. Su tale Suolo si poggiano gli Edifici
pubblici, gli Edifici residenziali concepiti come
infrastrutture dove abitare; piani liberi, in un guscio di
cemento armato sorretto da imponenti sostegni, su cui
spiccano i nuclei delle residenze; e l’Edificio residenziale
che contiene le residenze di carattere ricettivo
morfologicamente simile al precedente. Esso si ibrida
ulteriormente accogliendo al suo interno il passaggio della
linea tramviaria che costeggia una sequenza di box
contenente negozi. Sui piani successivi i blocchi delle
stanze si configurano come piccoli alberghi che potrebbero
essere gestititi in maniera del tutto autonoma. Le camere
partono da una superficie di circa 40 mq ma attraverso
l’inserimento di pareti mobili che si raccolgono o ruotando
su se stesse, variano le dimensioni. Entrambi gli edifici
residenziali trovano nelle estremità dei servizi ad essi
dedicati, ristorazione, lavanderia, biblioteca e piccolo
auditorium. Il progetto prevede una connessione tramviaria
che, a partire dalla fermata metropolitana prevista a
Librino, costeggia il viale Castagnola, intercettando il
flusso di viaggiatori proveniente dal vicino aeroporto e si
insinua all’interno dell’area di progetto. Qui il suo
tracciato si ibrida correndo all’interno dell’edificio
destinato ad accogliere un’utenza temporanea: nel piano in
cui sono previsti piccoli negozi e servizi connessi alla
vocazione ricettiva dell’edificio, il passaggio del tram
avviene ad una velocità moderata all’interno di una galleria
urbana. Fiancheggiando il grande vuoto che struttura la
proposta progettuale, per allacciarsi al futuro polo
universitario e ritornare verso sud affiancando il parco di
Librino. Il centro fisico richiesto dal bando viene pensato
come un sistema semipogeo che si articola tra il viale
Moncada e la piazza, e che contiene una serie di spazi
destinati al tempo libero, (cinema, ristorazione), alla
cultura (biblioteca e sala espositiva), al commercio, e
contenente nelle frange più prossime alla strada i
parcheggi. Su queste zolle cave si poggiano il centro
culturale che si allinea e guarda versi il parco, e gli
uffici, posti in un punto baricentrico rispetto al
masterplan.
Cliccare qui per vedere il PROGETTO in formato .pdf
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TITOLO DEL
PROGETTO 2:
Riqualificazione Urbana e Servizi di Piazza Vittorio
Veneto-Viale Stazione e tratti
adiacenti , un nuovo luogo Piazza Vittorio Veneto
Progetto presentato in una selezione concorsuale
ORGANIZZATORE DEL CONCORSO: Comune di Tropea
GRUPPO DI PROGETTAZIONE:
arch. Angela Zagarella; arch. De Luca Anna; arch. Loiacono
Romina; arch. Francesca
Pastore; arch. Maurizio Pino; arch. Tiziana Vinciguerra;
Il progetto è risultato vincitore di un concorso di idee per
il quale la stazione appaltante, si riservava di affidare la
realizzazione dei successivi livelli di progettazione ai
sensi dell’art. 108 comma 6 del D.Lgs. 163/2006 e ss. ii. e
mm. Si chiedeva un progetto della Piazza Vittorio Veneto a
Tropea (VV) con l’obiettivo di una riqualificazione urbana e
il recupero architettonico e funzionale di tutte le aree
pubbliche interessate. Il progetto parte dal valorizzare
l’esistente, restituendo significati nuovi e contemporanei
allo spazio Piazza il quale è stato idealmente diviso per
zone, permeabili tra loro, ma definite in maniera da
stabilire un ordine nell’utilizzo dello spazio pubblico.
L’obiettivo funzionale del progetto è quello di creare
configurazioni d’uso diverse per lo stesso spazio: la sosta,
la ristorazione, gli eventi, raccogliendo le attuali
vocazione del luogo. Gli elementi di cui il progetto si
compone sono essenzialmente tre:
• il grande piano che viene interpretato come un foglio che
si adagia ad una quota di 10 cm più alta di quella attuale,
caratterizzato da alcune pieghe e da tagli che definiscono
gli inserti laterali. Il vuoto urbano viene preservato come
spazio di incontro, di relazione, adatto ad ospitare eventi.
In particolare viene proposto un podio posto a +45,00 cm dal
piano della Piazza, nel margine Sud-Ovest della Piazza,
leggermente ruotato rispetto all’asse longitudinale in
maniera da aprire la visuale, idoneo alle rappresentazioni
musicali, teatrali o cinematografiche. Alle spalle farà da
fondale il pregiato prospetto di alcune case in stile
Liberty.
• un piano leggermente rialzato che conterrà sedute, aiuole,
illuminazione principale e sarà il luogo di sosta per
eccellenza, divenendo un catalizzatore sociale, il salotto
della città, che rimane poggiato come un oggetto autonomo su
questo “foglio”;
• una fontana che reinterpreta la memoria dei caduti. Una
lastra, un monolite in cemento armato, viene posta su uno
specchio d’acqua che occupa quasi integralmente, a filo,
come sospesa. Sul monolite scorrerà un pelo d’acqua, che
cadrà nella vasca sottostante attraverso quattro incisioni.
Il monumento attualmente posto al centro della piazza sarà
ricollocato sulla fontana. Dalla vasca si staccherà
un’incisione nel piano della piazza, una linea d’acqua che
fungerà anche da impluvio. Al termine della linea, un gioco
d’acqua rappresentato da schizzi provenienti dal piano della
piazza, dissolverà il pathos del monumento ai caduti.
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